Stress da Lavoro: Cos’è e Perché è Importante Conoscerlo

Prima o poi, può capitare a tutti: viviamo una fase di lavoro troppo pesante, con tempi difficili da gestire, e magari con la frustrazione di non ottenere i giusti riconoscimenti. Ecco che sperimentiamo bruciore di stomaco, difficoltà di digestione, diarrea improvvisa o al contrario un periodo di stitichezza.

 

Sappiamo bene che l’intestino è il nostro “secondo cervello”, e che viene pesantemente influenzato da situazioni di stress. Ansia o depressione possono causare iperacidità a livello dello stomaco e influenzare la motilità intestinale. Uno stress cronico può inoltre alterare l’equilibrio della microflora, e portare a conseguenze per il sistema digestivo e per quello immunitario.

 

Le cause dello stress possono essere molte, ma è importante capire se si tratta in particolare di stress legato all’attività lavorativa, ovvero di un disagio che presenta modalità e forme peculiari. Individuare correttamente la problematica può aiutare a tutelarci in modo corretto.

Lo stress relazionato al lavoro comporta conseguenze negative sul piano della gestione dei progetti, sull’efficienza, sul contesto relazionale e comunicativo e, in ultima analisi, comporta un danno per qualsiasi azienda in cui si verifichi il problema. Ma molto serie possono essere le ricadute sul piano personale per i lavoratori. Uno studio [1] ha evidenziato che, in assenza di altri fattori di rischio, i lavoratori stressati corrono un rischio maggiore di decesso in seguito a malattie cardiovascolari. Un problema intestinale durante le ore lavorative può essere allora un prezioso campanello di allarme, che ci suggerisce di prendere provvedimenti per evitare problemi più gravi.

 

Capitoli in questo articolo:

 

Quando lo Stress da Lavoro diventa malattia. Sintomi e caratteristiche.

Una dose moderata di stress può essere nostra amica: affina la nostra concentrazione, ci rende più recettivi, può favorire il team building e promuovere un sano spirito competitivo.

 

Molto spesso però nel mondo del lavoro i livelli di stress sono fuori controllo. Secondo l’European Academy of Occupation Health Psycology, ben quaranta milioni di lavoratori europei soffrono di stress sul luogo di lavoro, ovvero circa il 22% della forza lavoro totale. In Italia si contano quattro milioni di lavoratori stressati.

 

Lo stress sul lavoro viene anche detto sindrome da burn-out, ovvero un complesso di sintomi che, oltre a quelli fisiologici, comprende anche insicurezza, paura, ansia immotivata. Chi ne è affetto avverte di non poter fare fronte alle richieste che riceve, non si sente all’altezza, non percepisce i segnali positivi che l’ambiente gli offre (in termini di riconoscimento e ricompense) e ingigantisce quelli negativi: una condizione che può prendere la forma della cosiddetta “sindrome dell’impostore”. Chi ne soffre si sente perennemente inadeguato e immeritevole dei propri successi, e può reagire con forme di perfezionismo estreme, oppure con l’incapacità di dire no a qualsiasi richiesta, fattori che a loro volta aumentano lo stress.

 

Il lavoratore stressato attraversa diverse fasi, e riconoscerle ci può aiutare a correre ai ripari. All’inizio tutto viene visto come un attaccamento al lavoro tutto sommato positivo: si dedicano alla propria attività molte ore ogni giorno, anche più del dovuto, fino a trascurare il riposo o la propria vita privata. In una seconda fase compaiono stanchezza, sbalzi di umore, irritabilità o scarsa comunicazione con i colleghi. Nella terza fase la stanchezza diventa cronica, sopravvengono ansia e depressione, compaiono sintomi come cefalea e disturbi gastro-intestinali.

 

È un processo che rischia di aggravarsi sempre di più. Lo stress cronico porta alla tachicardia e accresce il rischio di contrarre malattie cardio-vascolari. Possono subentrare disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione, problematiche in ambito sociali e relazionali. Aumenta anche il rischio di sviluppare dipendenze. Tutto ciò porta la sindrome da burn-out a trasformarsi in una vera e propria malattia.

Cause: Le Radici del Malessere Lavorativo

Ormai molti studi sono stati dedicati al lavoro sotto stress, evidenziando come sorga sempre da un infelice connubio fra fattori personali e aspetti organizzativi delle aziende.

 

Fra le teorie emerse, il modello dell’Aggravio di lavoro [2] vede lo stress derivare dalla presenza di un eccessivo carico di impegni assegnato a un lavoratore che non percepisce di avere la possibilità di svolgerlo.

 

Un altro studio [3] illumina il fattore dello Squilibrio tra sforzo e ricompensa: lo stress in questo caso sorgerebbe da un consistente impegno messo in atto dal lavoratore, al quale non corrisponde una ricompensa adeguata, reale o percepita. Non si parla solo di compenso economico o di possibilità di carriera, ma più in generale di un riconoscimento sociale per lo sforzo lavorativo intrapreso. 

 

Ricordiamo poi che la Direzione Generale Occupazione e Affari Sociali della Commissione Europea [4] ha individuato i fattori più comuni che possono portare allo stress sul lavoro. Fra questi, da segnalare l’assenza di una chiara definizione dei compiti da svolgere, la mancanza di una linea gerarchica riconosciuta da tutti, la precarietà del posto di lavoro, il rischio che una piccola mancanza di attenzione possa avere conseguenze gravi. 

 

Fra le figure professionali più a rischi troviamo medici e infermieri, addetti alle forze dell’ordine, operatori dell’assistenza sociale: lavoratori che si occupano di servizi di caring a contatto col pubblico, in situazioni spesso frustranti o con potenziali rischi di errori gravi. In queste categorie sono particolarmente esposte le donne, probabilmente anche per una maggiore precarietà e un minore grado di riconoscimento, anche economico.

 

Altro fattore di rischio è lavorare in un contesto relazionale difficile, sia per rapporti gerarchici sia per la comunicazione con i colleghi: lo stress lavorativo si associa spesso a situazioni di mobbing.

Rimedi: Come Combattere lo Stress da Lavoro e Migliorare la Tua Vita

Quali possono essere i rimedi e le strategie efficaci per combattere lo stress da lavoro? La risposta può variare sicuramente da persona a persona, e da situazione a situazione. 

 

Un buon punto da cui partire può essere riequilibrare il tempo dedicato al lavoro e quello dedicato a sé, al riposo e alla vita privata. Dire di no all’ennesimo straordinario non deve essere motivo di colpa o disagio. Occorre tornare a dedicare le nostre energie e la nostra creatività al tempo libero, che non è un tempo “sprecato” ma è un tempo importante di coltivazione e sviluppo di sé, in cui spesso si acquisiscono capacità che possono tornare utili sul lavoro. Un lavoratore più soddisfatto della propria crescita personale e più rilassato sarà in grado anche di curare meglio i rapporti con i colleghi, offendo il giusto contributo a un ambiente lavorativo sereno e positivo, disinnescando così importanti fattori di stress. 

 

L’insorgere di stress eccessivo può essere combattuto con tecniche di rilassamento: via libera a meditazione, metodologie di respirazione, esercizi di mindfulness, ovvero di concentrazione sul tempo presente. L’essenziale è evitare di sentirsi oppressi dalla difficoltà di pianificare il tempo futuro, e focalizzarsi sul momento attuale, sul singolo giorno lavorativo, accettando la situazione presente e smettendo di sentirci inadeguati di fronte a essa.

 

Non bisogna poi esitare a ricorrere a una terapia piscologica, se se ne avverte il bisogno. Quale approccio scegliere, andrà valutato col medico e in base alla propria necessità personale. Per fortuna la sensibilità nei confronti del disagio emotivo-mentale cresce sempre più, al punto che molte aziende offrono ai propri lavoratori la possibilità di accedere a una terapia di sostengo piscologico.

Prevenzione: Come Proteggersi dallo Stress da Lavoro

Nella vita di tutti i giorni, al di fuori dell’orario di lavoro, possiamo fare molto per prevenire o gestire lo stress lavorativo. Possiamo agire infatti su tutti quei fattori che ci predispongono a essere stressati. Per esempio, praticare regolarmente attività fisica ci aiuterà a riposare meglio, e ad avvertire meno la stanchezza. Fondamentale è dormire un numero sufficiente di ore ogni notte. Vietatissimo controllare le mail dell’ufficio prima di andare a dormire: impegniamoci a esercitare il nostro diritto alla disconnessione.

Lo stress si combatte anche con una sana alimentazione, seguendo una dieta varia ed equilibrata. Evitare al nostro sistema gastro-intestinale lo stress di mangiare junk food, o del panino divorato velocemente in pausa pranzo, contribuirà al nostro benessere portando anche un beneficio a livello mentale. Per la stessa ragione può essere utile assumere integratori probiotici a base di fermenti lattici: mantenere la microflora in equilibrio ci aiuterà non solo a prevenire le conseguenze somatiche dello stress, ma anche ad aumentare il nostro benessere generale, il nostro buon umore e la nostra capacità di concentrazione. Studi recenti infatti mostrano che l’azione benefica di probiotici e fermenti lattici può essere correlata a un miglioramento delle prestazioni cognitive in situazioni di stress [5].

Stress da Lavoro: Diritti e Risorse per i Lavoratori

Abbiamo visto che lo stress lavorativo può comportare serie patologie fisiche e piscologiche. Al diritto al riposo, per il lavoratore stressato si aggiunge anche la possibilità di usufruire di giorni di malattia retribuiti. Sarà il medico curante a stabilire quanto giorni di malattia prescrivere per evitare al lavoratore uno stress ulteriore: per il resto, a livello amministrativo, i giorni riconosciuti saranno equiparati a quelli concessi per qualsiasi altra patologia.

 

Il Decreto legislativo n.81 del 2008 ha riconosciuto le problematiche stress-lavorative all’interno della normativa su sicurezza e salute. La tabella di invalidità INPS però non prevede lo stress da lavoro come malattia invalidante. Sono invece prese in considerazione le patologie derivanti, come ad esempio la depressione, che portano quindi al riconoscimento di una percentuale di invalidità e l’accesso ai benefici della legge 104.

Pubblicato il 27 novembre 2024

[1] Kivimäki M, Leino-Arjas P, Luukkonen R, Riihimäki H, Vahtera J, Kirjonen J. Work stress and risk of cardiovascular mortality: prospective cohort study of industrial employees. BMJ. 2002 Oct 19;325(7369):857. doi: 10.1136/bmj.325.7369.857. Erratum in: BMJ 2002 Dec 14;325(7377):1386. PMID: 12386034; PMCID: PMC129630.

 

[2] Theorell T, Karasek RA. Current issues relating to psychosocial job strain and cardiovascular disease research. J Occup Health Psychol. 1996 Jan;1(1):9-26. doi: 10.1037//1076-8998.1.1.9. Erratum in: J Occup Health Psychol 1998 Oct;3(4):369. PMID: 9547038.

 

[3]  de Jonge J, Bosma H, Peter R, Siegrist J. Job strain, effort-reward imbalance and employee well-being: a large-scale cross-sectional study. Soc Sci Med. 2000 May;50(9):1317-27. doi: 10.1016/s0277-9536(99)00388-3. PMID: 10728851.

 

[4] Commissione Europea, Direzione generale Occupazione e Affari sociali, Guida sullo stress legato all’attività lavorativa “Sale della vita o veleno mortale?” 1999

 

[5] Bloemendaal M, Szopinska-Tokov J, Belzer C, Boverhoff D, Papalini S, Michels F, van Hemert S, Arias Vasquez A, Aarts E. Probiotics-induced changes in gut microbial composition and its effects on cognitive performance after stress: exploratory analyses. Transl Psychiatry. 2021 May 20;11(1):300. doi: 10.1038/s41398-021-01404-9. PMID: 34016947; PMCID: PMC8137885.